Wucan
Axioms
E’ questa tedesca una band di rock e hard-rock molto attenta a creare dinamiche espansive senza quindi chiudersi nelle proprie strutture, e lo fa sin dall’inizio della sua carriera. I suoni spaziano da durezze vocali e chitarristiche, ad ambientazioni rarefatte e psych, passando per ritmi compatti o ballabili da funky-disco, in una coloritura variegata, a volte fuori dalle righe, altre volte ribadendo la tradizione anni sessanta-settanta. Si percepisce il senso di rivisitazione sonora modernizzante anche quando c’è una apparenza piuttosto vintage. Anche questo disco si butta in panoramiche altrettanto variegate e multi sfaccettate, toccando in tal senso una attitudine di stampo progressive.La prima traccia ‘SPECTRES OF FEAR’ è una cavalcata nettamente hard, dove il flauto è strumento principe sebbene chitarre e voce si esprimano anch’esse con notevole irruenza, ed il risultato diventa energia pura. L’altro episodio hard è quello di ‘IRONS IN THE FIRE’ in cui emerge denso il basso per tutta la lunghezza della traccia, l’assolo si posiziona in una sezione centrale dal carattere diverso dalla canzone in sé, insieme ad una vocalizzazione meno tonica in questa sezione rispetto alla esuberante linea seguita inizialmente e alla fine, per un momento tradizionalmente stile jam anni settanta.
Oltre al rock-duro, troviamo di seguito input che derivano anche da altri generi e si fanno delle mescolanze davvero intriganti. Cantata in tedesco senza rovinare nulla dal punto di vista musicale, ‘HOLZ AUF HOLZ’ è un funky-hardrock che ricorda strumentalmente i Grand Funk Railroad e i Jethro Tull insieme, pur in presenza di flauto, e invece vocalmente si palesa una certa New-Wave di fine settanta inizio ottanta; ma il tutto vive di estrema freschezza compositiva e anche permette un ascolto divertente e dinamico. L’hard rock di ‘PIPE DREAMS’ si sposta dalla velocità ai rallentamenti permettendo luci differenziate e qui si accentano passaggi pulsanti in uno schema dinamico. Tra i brani minori non si trovano filler, tutto è molto ben congegnato e altrettanto bene eseguito. Per esempio ‘Wicjked, Sick and Twisted’, pur suonando del tutto funky e abbandonata l’anima rock, non perde affatto di feeling e brilla di efficace comunicatività. Cambiando ancora vestito ecco il rock che si fa kraut tedesco con ‘KTNSAX’, e però si continua a confermare la validità della loro proposta in quanto la qualità appare ancora valoriale, evitando qualsiasi pericolo di banalizzazione. Ballate vere e proprie non ci sono, solo semi-ballate con la title-track ‘Axioms’ e la parzialmente acustica ‘Fountain of Youth’; la prima che vira verso il progressive e la seconda che elettrizza le sue accelerazioni dopo singulti soffici che evocano tempi lontani, risultando entrambe composizioni avvolgenti, belle e suggestive.
Quando si usa il flauto nell’hard-rock non si può fare a meno di pensare ai Jethro Tull, ed in effetti in tal caso la vicinanza è palpabile. Per quanto riguarda l’ugola femminile, essa a volte diventa sguaiata, altre volte cerca un afflato più poetico. La cantante e compositrice Tobolski alza e abbassa le sue modulazioni mantenendo di solito una tensione dal carattere vispo, punteggiata di vocalizzazioni enfaticamente accese. Nei cantati morbidi l’esecuzione tecnica non è sempre perfetta ma è un difetto che la rende reale e in verità nella maggior parte della sua performance trasforma tutto in sanguigna passione, proprio per una espressività che deborda. Il drumming è spettacolarmente ficcante, le chitarre giocano continuamente intorno alla melodia con spessoramenti superbamente pensati e si conforma un senso plastico di creazione in grado di aggiungere qualcosa ad un sound che dovrebbe essere antico ed invece risuona caratterialmente come novità attuale.
Roberto Sky Latini