Casilino Metal Land
articolo a cura di Fabio Podeschi
Lady O foto

NOAGE GRAVESTONE GATES OF CHAOS CRYING STEEL ELDRITCH 18/09/2025

– THE TREE OF LIFE-

 “Come un albero che protende i suoi rami verso il  cielo, così la nostra vita si espande verso  l’infinito, radicata nella terra ma in cerca della  luce divina”.  “L’Albero della Vita, con le sue  radici nel profondo e le fronde che sfiorano il  cielo, è un simbolo di connessione tra il terreno e  il trascendente, un ponte verso l’eternità”.  “In  ogni foglia che si alza verso l’azzurro, in ogni  ramo che si intreccia con l’aria, c’è il desiderio  dell’anima di elevarsi, un’eco dell’albero che  raggiunge il cielo”.  “L’Albero della Vita non ha  paura di protendersi verso l’alto: le sue radici  sono salde e la sua cima anela al cielo, come noi  aneliamo a una vita piena e connessa”.  “Le radici  dell’Albero della Vita ci ancorano alla vita, mentre  la sua cima è un’eterna ricerca del cielo, una  promessa di crescita e spiritualità che ci porta  oltre i nostri limiti”.

Per questa volta la mia introduzione non è collegata alla  performance delle band viste nella serata ma un plauso per  il coraggio e la voglia di fare e creare dell’agenzia Sound  Rock Agency in Nome del boss Andrea Lanzillo che  ringraziamo da www.tempiduri.eu per averci dato la possibilità di  partecipare a questo evento, dando vita al Casilino Sky  Park di Roma nuovo spazio dedicato ad eventi di musica e  non, come un possente albero che protende i rami verso il  cielo, questo nuovo spazio allarga e crea delle radici per  mantenere vivo il genere del Metal in tutte le sue  sfaccettature che non dovrà mai estinguersi ma continuare  a proseguire ed evolversi. Quest’agenzia già fautrice di una  serata di successo portando I  Vicious Rumors  nella città  eterna pubblicizzando anche il nuovo cantante un vero  fuoriclasse della voce Chalice Brian Betterton    , prosegue  la sua serie di eventi con questo combo di gruppi con a  vertice della serata i  Crying Steel  e Gli  Eldritch.
 Ma  veniamo a noi…..

– NOAGE-

Per motivi di lavoro,permessi,famiglia, inizio precoce dello  show e tempi tecnici di traffico noi di Tempi Duri abbiamo iniziato ad assistere a questo evento dalla  seconda band dalla capitale i  Noage.  La scaletta di  questa  loro performance prende cinque brani dal loro album uscito  nel 2023 From Darkness To Life. E’ una band che propone  un symphonic metal a metà fra i Nightwish con tocchi  catchy alla Evanescence, obiettivamente non si presentano  male dal vivo il suono è compatto per come la vedo io sono  ancora un pochino in embrione ma valore aggiunto della  band sono la chitarra nel nome di  Michele Sierra  veramente bravo nei solos e nelle tessiture delle trame e  nella sezione del basso di  Michele Raspanti  non ci  sono  dubbi sulla sua bravura essendo membro anche  di band  storiche come  Graal e S.O.S.  dove era presente il  compianto  Fernando Regaldo  grande amico che  purtroppo è venuto a mancare nel 2017 per un infarto,  purtroppo grave perdita nel mondo della musica io dico  anche a livello nazionale perché gli S.O.S. erano e sono  veramente bravi essendo band di punta dell’AOR Italiano.

Le sezioni di batteria sono buone, abbracciano bene il  contorno come le tastiere la voce mi è piaciuta anche se devo essere sincero delle voci femminili e apprezzo  modulazioni diverse. Mi ha sorpreso molto il primo brano  Monsters come Superhero. Ma il migliore del lotto è stata  proprio la conclusiva Fuck This World, brano che nel suo  suono rende proprio l’idea del titolo il più grintoso dove c’è  una completezza di suono di tutti i strumenti compresa la  voce che è sempre sinfonica ma più diretta. La gente non  era tantissima sotto palco essendo un pochino prima delle 20  il loro inizio ma devo dare merito hanno dato il loro  intrattenendo il pubblico, c’è ancora da crescere ma avendo  degli ottimi pilastri come basso e chitarra non credo ci  saranno problemi. Dunque Promossi.

-SET LISTS-

Monsters
From Darkness To Life
Playground Of The Death
Silent Breath
Superhero
Fuck This World

-LINEUP-

M.Raspanti – bass
M.Serra – guitars
M.Pieretti – keyboards
Noage – vocals
Adriano Luzzi –  drums

 

– GRAVESTONE-

Terza band i Gravestone storica band Romana di  Progressive Death Metal Band dal 1992 di cui è rimasto  solo il membro fondatore  Marco Borrani (ex Desecration)  storica band Italiana di Symphonic Technical  Death prosegue la serata proponendo quattro brani  stranamente tutti dal loro Ep del 2017 Proud To Be Dead e  non pescando dai precedenti album ignorando  completamente il primo Ep Symphony Of Pain che si  ricollega al periodo Progressive Death dei Pestilence/Atheist.

Il genere è un pò cambiato alla voce  abbiamo una donna ma non è per niente symphonic la  voce anzi molto simile ai primi lavori degli Albionici  Cradle  Of Filth  dei primi lavori  Dusk and Her Embrace/VEmpire  Or Dark Faerytales in Phallustein  ora dal Technical Death si è Virati ad un symphonic Black  Metal dove vero valore aggiunto è proprio lei la cantante  Beatrice Serra  quando ha aperto la bocca per cantare  si è  aperto l’inferno mi ha ricordato molto il genere proposto al  primo periodo dei Cradle le contaminazioni tecniche ci sono  ancora come partiture di tastiera organo alla  Abysmal  Grief  accentuando l’essere blasfemi.

Nel complesso  è una  combo di brani veramente potenti quella proposta, non ho nulla da obbiettare sulla performance dell’intera band  rasoiate di chitarra, batteria decisa che alterna tecnicità ad  esplosioni nere con tastiera onnipresente una colonna  sonora adatta per un film di entità e demonologia e basso  che sembra il cuore di un defunto che torna a vivere  pulsando sangue. Che dire non c’è un brano che mi è  piaciuto più degli altri forse perché tutto l’ep proposto è  veramente bello ed un quid in più è stato inserito grazie a  Beatrice  che di bravura ha superato il suo predecessore.  Promossi a pieni voti e sicuramente la sorpresa della serata  quei germogli dell’albero di cui parlavo nell’intro che ha  dato i suoi frutti. Applauso meritatissimo dal pubblico  veramente bravi.

-SET LISTS-

Intro
Corpse Embodiment
Flagellation
Eyes Without Sight
Proud To Be Dead

-LINEUP-

Marco Borrani –  guitars
David Folchitto –  drums
Beatrice Beatrix Serra –  vocals
Mirco Serra – bass
Renato Orsili –  guitars

 

 

– GATES OF CHAOS-

Quarta band sono I  Gates Of Chaos  già visti a maggio  di  spalla ai  Vicious Rumors  al  Pianeta Sonoro.  Cosa dire  in  merito, che sinceramente come ho scritto nel precedente  report è una band ancora acerba in crescita dove si notano  delle qualità, dove il cantante marco  De angeli  ex  Dharma Storm  ha trovato la quadra in un genere  totalmente suo, una valida alternativa ai  Rhapsody  Of  Fire , dove il perno è proprio lui con la sua voce,  grazie  all’enfasi che mette nelle parti narrate e dove ho  consigliato personalmente di protendere ad un approccio  più aggressivo alla  David De Feis  dei  Virgin Steele .

Spunta come special guest un  Marco Palazzi  onnipresente  ormai nelle loro performance accompagnato da una  corista, che cattura il pubblico facendo da aiuto alla voce e  performer nella sua veste di frontmen. Brano di punta  azzeccato dell’intero lotto  Out Of Hell  ove la combo  chitarra Marco Politi,  basso batteria e tastiere  Michael  Siani  trova il cerchio creando atmosfere del passato  antico  e sembrano veramente quelle atmosfere uniche create dai  Rhapsody  primo periodo e la conclusiva  Ninth Circle  of  Inferno  interessante suite che chiude un gradevole  show  che il pubblico ha apprezzato con il suo applauso. Promossi

 -SETLIST-

Far Down Below
Out Of Hell
Shallow
My War
Ninth Circle Of Inferno

-LINEUP-
Tiziano Chiappi – bass
Alessio Fantoni – drums
Marco Politi  –  guitars
Michael Siani – keyboards
Marco De Angeli – vocals

 

– Crying Steel-

Quinta band i  Crying Of Steel  storica formazione Italiana  di Bologna di Heavy power us Metal degli anni ottanta,  dalle varie trasformazioni e inserti di formazione a parte i  due membri originari rimasti  Franco Nipoti  alle chitarre  e  Luca Ferri  alla batteria, il resto è mutato nel tempo  dal  loro rientro sulle scene nel 2007 con  The Steel Is  Back.  Una valida alternativa Italiana dei  Judas Priest  e  dei  Saxon,  di acqua ne è passata sotto i ponti la magia  del  passato è lontana, anche se hanno sfoderato uno show di  tutto rispetto visto l’età dei componenti che denota grande  esperienza e bravura . Il nuovo cantante  Tiziano Sbaragli  è bravo ma ascoltando i precedenti lavori preferisco più

 Rock Ramon (Alessandro Sonato)  aveva più carisma e  presenza,  Tiziano  è bravo e simpatico, ha una bella  voce  scherza con il pubblico improvvisando anche una cover dei  Twisted Sister  “ we’re not gonna take it” , durante  un  problema audio tecnico nello show, a mio avviso è come  aver inserito  Blaze Bayley.  Tornando allo show la  combo  degli otto pezzi suonati saccheggia lentamente tutta la loro  discografia dagli esordi al brano  No One’s Crying  del loro  primo album che fu cantato in una riedizione da sua  maestà  Ralph Scheepers  dei  Primal Fear,  a  Thundergods  per poi passare a cose più recenti.

Nel  complesso lo show è stato coinvolgente grazie  all’esperienza dei due membri fondatori veri cardini delle  fondamenta della band aiutati anche da  Marco Zirondelli  al basso un metronomo e  Paolo Nocchi  di supporto con  la  sua chitarra creando in certe occasioni un wall of sound.  Per il resto non è che ci sia stato proprio un brano vero e proprio che mi abbia colpito, mi hanno divertito ed  intrattenuto, ma secondo me forse troveranno la forma con  un’uscita di un nuovo album di cui in anteprima abbiamo  sentito un assaggio con il pezzo You Got The Look  .  Per il  resto per me sono promossi peccato che si è perso quel  senso anni 80 non se  mi spiego ascoltate  On The Prowl  , L  ’omonimo Ep  e i  demo  poi capirete…..

– SETLIST-

You got The Look
Shut Down
Defender
My heart
No One’s Crying
Just Played On
Raptor
Thundergods

-LINEUP-

Tiziano Sbaragli  – vocals
Franco Nipoti  – guitar
Paolo Nocchi  – guitar
Marco Zirondelli  – bass
Luca Ferri  – drums

-Eldritch-

E’ il momento dell’ultima band la novità è che io li vidi il 05 /03/2016 al Traffic Live di Roma come headliner fu un  ottimo show di cui ho fatto altrettanto una buona  descrizione nel mio report, esaltando le qualità della band  e la bravura dell’ex cantante  Terence Holler  che posso  che confermare, ma purtroppo non riesco a dire altrettanto  a livello umano, troppo borioso per i miei gusti,  sinceramente mi chiedo come hanno fatto a sopportarlo  per tutti questi anni io con il mio carattere non ci sarei  riuscito. Ma tornando allo show di oggi le nove tracce  vengono per la maggiore dal loro lavoro  Innervoid  detto  dal maestro delle sei corde  Eugene Simone,  forse un  modo per tagliare il cordone ombelicale del passato e  guardare avanti in una nuova veste più tecnica molto  simile ai nuovi  Kamelot  però fusi con i  Pagan’s

 Mind/Nevermore  in una veste più cattiva e diretta come  nel brano  Born On Cold Ash  dove oltre al gran lavoro di  tutta la band un plauso a  Eugene  un vero asso alle corde  con un assolo notevole a metà brano.  Elegy of Lust  è uno  dei brani dove c’è la presentazione del nuovo cantante  Alex Jarusso  qui si  dimostra che hanno trovato il degno  sostituto in questa nuova pelle, elevature vocali degne di  un professionista e ve lo garantisco personalmente perchè  purtroppo durante il loro show ci sono stati problemi  tecnici, eppure anche senza microfono si sentiva  chiaramente la sua potente ed incisiva voce. C’è tempo  anche di acciuffare brani come  Bleed Mask Bleed, The  dark Inside ,  Changing Blood  e  Ghoulish Gift  è un tuffo  nel passato dove la voce del singer si accomoda in maniera  perfetta su questi brani non recenti facendoli suoi, ed il  resto della band non fa che porre certezza alla qualità della  gruppo come il loro tastierista storico  Olegg Smirnoff  alias  Giacomo Biagini  tornato all’ovile nel 2019 con le sue partiture di melodie, tesse un muro sonoro di tastiere che  avvolge ogni singola nota dei brani e le sue entrate non  fanno altro che dare più corpo ai pezzi.

Personalmente mi  ha colpito molto il loro nuovo materiale, dal vivo è un  piacere sentire i vocalizzi e le  ritmiche di basso e batteria  in brani come  Lost Days Of Winter,  ma soprattutto a  metà canzone dai due minuti in su la parte di assolo del  maestro  Eugene  seguita dal solo di tastiera di  Olegg,  che  si alternano fino a fine del brano con la conclusione in voce  di  Alex  da vero fuoriclasse, non sembra di ascoltare un  gruppo Italiano è questo è un complimento. Chiude  No  Direction Home  dal loro passato  El Nino,  ed anche  questa non sfigura minimamente e i sentiti e lunghi  applausi compresi quelli di me medesimo, testimoniano la  loro bravura e la capacità di una band che nel  cambiamento ha saputo reinventarsi e ricrearsi sapendo  diventare anche migliori di prima.

I miei complimenti un  vero successo parola di  Fabio Berserk

-SETLIST-

Innervoid
Lost Days Of Winter
Born On Cold Ash
Elegy Of Lust
Bleed Mask Bleed
The DArk Inside
Changing Blood
Ghoulish Gift
No Direction home

-LINE UP-

 Eugene Simone –  guitars
Oleg Smirnoff –  keyboards
Raffahell Dridge –  drums
Rudj Ginanneschi –  guitars
Alex Jarusso –  vocals
Alessandro Cola –  bass