Pino Palladino & Blake Mills
That Wasn’t A Dream
Pino Palladino e Blake Mills tornano con il loro secondo album collaborativo, “That Wasn’t a Dream”. Questo disco segue il loro debutto del 2021 “Notes With Attachments”, che viene descritto come “il suono di collaboratori consumati che immaginano un mondo in cui non esiste una figura dominante”. L’album riprende da dove il precedente si era interrotto, ma esplora nuovi spazi incredibilmente eccitanti ed è una dichiarazione artistica a sé stante. Gli ascoltatori potranno cogliere influenze da album come “Hejira” di Joni Mitchell o “Bitches Brew” di Miles Davis, ma questi due maestri del loro mestiere continuano a creare nuovi paesaggi sonori che trascendono i generi.Pino Palladino nativo dalla ridente città britannica di Cardiff, si è dimostrato negli anni un talentuoso musicista dedito all’arte del basso esplorando diversi generi dal rock sono note le sue collaborazioni negli album di Eric Clapton con gli Who e con Jeff Beck tra gli altri. Pino non si risparmia nello sconfinare tra i vari generi famosa è la sua rivisitazione di Teen Town dei Weather Report ed in questa occasione il nostro pubblica questo interessantissimo disco assieme al chitarrista Blake Mills in questo secondo capitolo.
Il disco in questione è molto stimolante dal punto di vista delle esplorazioni musicali che i due intraprendono in questo lavoro consapevoli di fino a che punto si potevano spingere con l’elettronica.Contour è il brano d’apertura elegante e raffinato come tutto il del resto con il basso fretless a tessere melodie accompagnato dalla chitarra acustica di Blake Mills la produzione è stupenda e lo si sente dalla qualità dei suoni un brano che potrebbe entrare benissimo in un disco di Pat Metheny o dei Weather Report. Somnambulista è un brano che in realtà si muove sinuosamente tra le linne musicali composta dai due protagonisti.
IL disco prosegue su questa falsa riga con basso chitarra acustica e percussioni a creare ritmi latini con la batteria acustica a fare da tappeto mentre lo si ascolta non si può fare a meno di trovarsi in riva al mare quello delle Canarie ovviamente ed è un bel trascorrere del tempo ascoltando questo disco incredibile.L’elettronica seppur presente è in realtà un elemento che aiuta musicalmente i brani ad andare avanti arricchiti con questo filo di tecnologia che comunque è al servizio e mai preponderante nel computo generale del discoNei sette brani che compongono That Wasn’t A Dream, ce né uno What is wrong is you in cui si potrebbe aggiungere un hiphop delicato per renderlo più attuale se vogliamo ma questa è solo una mia illazione e niente di più.
In conclusione questo è un lavoro che spazia parecchio tra i vari generi esplorando tra il jazz ritmi latini soprattutto bossanova ed afro beat per un cd molto interessante e godibile fino all’ultimo momento che ci farà passare dei bei momenti dedicati solo a noi stessi per la nostra goduria.
Stefano Bonelli