ZEN CIRCUS
DOCTOR SEDUCTION (LeParc/SELF 2004 ) – 20 anni su Red Vinyl
Released: 19 SEPTEMBER – Red Vinyl – Remastered – Limited Edition .
ZEN CIRCUS – DOCTOR SEDUCTION (LeParc/SELF 2004)
A venti anni dall’uscita la SELF “vinilizza” il memorabile e seminale lavoro degli ZEN CIRCUS – DOCTOR SEDUCTION pubblicato in epoca dalla Le Parc Music e prodotto da Richard Milella .
Il recupero storico di “Doctor Seduction” è indispensabile, poiché si tratta senz’altro di uno dei migliori dischi italiani di quel 2004. In “Doctor Seduction” il sound del gruppo decolla, diventa un rock convincente appena venato di un’elettronica poco invadente, mantenendo per ora tutte le parti cantate in inglese. Bellissime canzoni, evidente il carico di ironia che caratterizzerà i lavori successivi assegnando una grande attenzione alla cura degli arrangiamenti. Il risultato è egregio e la critica inizia ad accorgersi di loro. Intanto il pubblico aumenta, pur restando gli Zen Circus un fenomeno fondamentalmente di nicchia.
La bonus track è rappresentata da Sweet Me in versione edit, curata da Vadim Galytsin fonico russo e rinomato autore di soundtrack degli storici studi Morning, che ne esalta la struggente melodia, l’atmosfera chiaramente “alla Badalamenti” e alle sue famose colonne sonore fra cui Twin Peacks.
Il rock è morto? Il rock non serve più a un cazzo? Il rock è venduto? O si vende? Il rock è sporco? Il rock è una maschera? Il rock è un virus? Il rock è sfigato? È maledetto? È profano, sacrilego, indemoniato? O è solo schiavo del mercato? Chissenefrega, diciamolo, finchè c’è chi riesce a suonarlo. Magari come fanno gli Zen Circus, con tanto di predicatore a fianco
Il disco corre e rallenta, rimanendo in costante sospensione tra ammiccanti armonie vocali e coretti sbarazzini, brevi suggestioni da grande ballata rock e cadenze monocorde da power pop, giocose filastrocche e ariosi ritornelli di due accordi. Inutile dilungarsi alla ricerca di ulteriori dettagli. Doctor Seduction è niente altro che un disco BELLO. Con il grande pregio di diventare subito un amico prezioso. Simpatico e disponibile. Intenso ma mai troppo invadente. Capace di regalare leggerezza ed entusiasmo. Dieci brani che stuzzicano il buon umore, confortando le speranze di veder la musica italiana girovagare a testa alta per l’Europa. (Stefano Rocco – RockIt)
Fra seduzioni surf giovanilistiche rock più seriosi, validi spunti post-punk (chi ha detto Lou Reed?), rotondità folk-pop e la miglior imitazione dei Pixies mai eseguita in Italia. Nei solchi di “Doctor Seduction” si gettarono quei semi in grado di germogliare pienamente negli anni successivi, consentendo al trio toscano di raccogliere il meritato successo.. Oggi riscopriamo la concretezza di quei giorni, con la consapevolezza che il loro disco definitivo non sia stato ancora pubblicato. (OndaRock-Claudio Lancia)
“DOCTOR SEDUCTION” è il loro terzo disco: è evidente il richiamo al potere di una musica, di un suono, che è contemporaneamente salvezza e rovina, purezza e peccato. Rock e pop, direbbe qualcuno, amante dei generi e degli schemi. “Doctor Seduction” è un disco liberato e liberatorio. Non è un caso che affiorino tanto i Beatles quanto i Pavement, che ci siano tracce dei Pixies e la presenza dei Perturbazione. (Mescalina-Christian Verzeletti)
Arrivi al secondo pezzo e ti ritrovi già succube di questo disco!!! Dieci canzoni di cui è fin troppo facile innamorarsi perdutamente, sincere e irresistibili, sgangherate e dolce-amare come sono. Se poi ci mettete anche quel suono caldo che solo gli strumenti analogici “vintage” ti sanno dare, e i riferimenti illustri che questi ragazzi pisani ti fanno venire in mente capirete che questo dischetto (!!!) ha tutte le carte in regola per meritare la vostra attenzione. (FreakOut-Daniele Lama)
Il disco è di quelli che difficilmente si dimenticano, perché il disco è obiettivamente bello a prescindere dalla bandiera. La miscela proposta è un effervescente rock and roll contaminato da suggestioni garage e psichedeliche. Quello che lo rende un prodotto di altissima elevatura artistica sono l’attitudine spontanea da vera garage band che emerge in ogni singolo momento del disco, ovviamente le canzoni, straordinarie, e il sound, che omaggia band come i mitici 13th Floor Elevator. Non c’è che dire: la scena italiana ha immenso bisogno di bands come gli Zen Circus, almeno fino a quando saranno in grado di regalarci dischi come “Doctor Seduction”. (RockLab-Manuel Moschelli)
Ballate rock che si alternano a pezzi in tipico Pixies-Pop style; aggiugiamo un po’ di Violent Femmes e Lou Reed e il quadro e’ fatto. Un disco completo da ascoltare e riascoltare. Gia’ dai primi accordi ci accorgiamo come “Lovely End” potrebbe essere una Number One hits, dal pop-solare e accattivante, che in un mondo che girasse nel senso giusto sarebbe in heavy rotation in tutte le radio della penisola. Consigliatissimo. (InYourEyes)
Consiglio assoluto!!! Indie pop con la solita dose di ingredienti che hanno fatto la fortuna del combo pisano: ironia, basso in evidenza, frammenti di noise rock e soprattutto quella carica punk che non guasta mai (“It turns me on”). Il nuovo corso ricorda da vicino le ultime cose dei Perturbazione, che sono ospiti (toh!) nella spezzacuore “Sweet Me”. Sono sicuro che questo sarà il disco della tua estate! Già ti vedo con le cuffiette avvicinarti alla spiaggia facendo il verso alla tromba di “Time killed my love” o canticchiando la meravigliosa “Sailing Song” (“…oh-oh oh-oh oh oooone mooore point!”). Che dire allora di “Way South” a metà tra Beach Boys e Pixies ?
“Doctor Seduction” è un album incredibilmente godibile, che ha la sua marcia in più nella sapienza di bilanciare l’elettrico e l’acustico come nessun altro in Italia sa fare (DEB-Debaser)
Intervista realizzata al “tempo delle mele”; Non è semplice riportare una chiacchierata con gli Zen Circus. I tre si alternano costantemente come in una trasmissione radiofonica e le loro voci si incrociano e sovrappongono: in qualche modo, da buoni musicisti, sono ritmici anche in questo!! Visti questi legami, infatti, mi ha sorpreso non vedere brani in scaletta di questo disco negli ultimi concerti…
Karim: Il pezzo che aveva resistito di più in scaletta era Sailing Song che suonammo ancora fino al tour del 2011.
Appino: Peraltro, sei sul pezzo: se ne riparlava poco fa in una chat, perché lui [indica Karim] l’ha riascoltato dopo una vita
Karim: Mi ha fatto un effetto stranissimo, quasi di serendipity, creando dei percorsi a livello mnemonico che, forse, non dovevano essere innescati. È stato un disco dalla lavorazione incredibile: ero appena entrato negli Zen e, dopo un mese, siamo entrati in studio: un battesimo di fuoco! Perché è stata sicuramente la registrazione più assurda nella carriera degli Zen…
Appino: Forse, della storia della musica! [ride] Un giorno scriveremo un libro ma non sulla storia degli Zen: solo su quella della registrazione di Doctor Seduction! C’è da fare un romanzo di formazione, un Tom Sawyer! Sono molto contento di riascoltarlo ma, tra quelli in inglese, è quello che sento più derivativo e meno personale. La mia voce mi fa … uno strano effetto.
Karim: Diciamo che Doctor Seduction ha il pezzo à la Lou Reed, quello à la Pavement, quello à la Violent Femmes, quello à la Pixies, quello à la Sebadoh, ecc.
Lato A
01) WELLDONE 3,08
02) TIME KILLED MY LOVE 4,51
03) SAILING SONG 6,43
04) SOBER 3,05
05) ISTORY LESSON PART III 3,25
Lato B
01) IT TURNS ME ON 4,02
02) SWEET ME 4,39
03) WAY SOUTH 3,38
04) LACK HOLE 2,55
05) MY LOVELY END 2,05
* SWEET ME (edit) 3,35