Antonio Giorgio
Once and Future Kingdom An Epic Tribute from Kamelot
Un musicista che mi piace molto nel panorama della musica metal italiana è Antonio Giorgio, la prima volta che incontrai la musica di Antonio Giorgio, correva l’anno 2017 quando ascoltai il suo album d’esordio Golden Metal progetto temerario, audace e visionario. Dopo altri bellissimi lavori lo ritrovo nuovamente quest’anno con un doppio disco incentrato sui Kamelot più ispirati e significativi con alla voce l’iconico Roy Khan alla voce (oggi tornato in forza ai suoi connazionali Conception), uno dei suoi singers preferiti. Poi racconta “Nel 2007 e 2008 portai dal vivo alcuni brani della band in Teatro perché avevo in mente una rappresentazione teatrale in italiano da presentare come feci a delle compagnie teatrali del doppio concept “Epica” /” The Black Halo” ispirato liberamente al “Faust”, mastodontico capolavoro di J.W. Goethe “. Il lavoro di Antonio si intitola Once and Future Kingdom –An Epic Tribute to Kamelot”. I due dischi si compongono di 14 tracks il primo e di 12 il secondo. È molto importante dire che Ideare, registrare e mixare quest’album è stata un’esperienza davvero stimolante e avventurosa oltre che molto soddisfacente perché lo considera qualcosa di più creativo e stimolante rispetto ai soliti Tribute Albums.
Prima di entrare in questi due cd, vediamo le caratteristiche principali della band a cui si ispira il nostro Antonio. Lo stile dei Kamelot è un mix di power metal, progressive metal e symphonic metal, con elementi che includono anche la musica elettronica, gotica e cinematografica, a seconda del periodo. La band, fondata negli USA nel 1991, è nota per i suoi concept album e per la combinazione di sonorità melodiche e malinconiche, in particolare con l’arrivo del cantante Roy Khan. L’uso di tastiere, elementi orchestrali e cori conferisce un’atmosfera epica e teatrale. Soprattutto negli album più recenti, si notano elementi di musica elettronica e influenze “gotiche”, con tematiche distopiche e futuriste. E’ un disco dove c’è stato un lavoro enorme sia da parte di Antonio Giorgio che da parte dei partecipanti, Luca Gagnoni su tutti alla chitarra e basso, ma senza dimenticare Gabriele e Davide Scuteri alle tastiere e orchestrazioni e soprattutto un gran lavoro è stato fatto in sede di mixaggio e master dal carissimo amico Fabio Calluori degli Heimdall nei suoi attrezzatissimi Sonic Temple Studio che ha donato al tutto un gran bel sound moderno, definito e potente. Data l’entità del compendio mi soffermerò su alcune tracks del 1° disco ed alcune del 2°. Until Kingdom Come (Featuring Ian Parry) apre I battenti. Questa presenta una tastiera onnipotente ed onirica con un crescendo di intensità e suspense. La batteria è cavalcante, la voce di Antonio è di un timbro unico ed in perfetta sintonia con Ian.
Adoro l’originalità di questo brano. Già da subito veniamo rapiti dal vortice metal di questo primo brano. Subito notiamo come nonostante sia un tribute, questo si presenta molto originale e personale. Altro brano che cattura la nostra attenzione è ghost opera , il quale presenta un sound in pieno stile gotico, quasi stessimo tornando indietro nel tempo la voce di Antonio ci ammalia ancora con il suo calore ed il suo timbro più unico che raro. Un assolo di chitarra potentissimo ci abbraccia e ci fa scatenare. Il primo disco Epic Tales from Kamelot si chiude in bellezza con A Sailorman’s Hymn (Romantic Mix) che ci fa emozionare con le sue tastiere malinconiche e il cantata dolce e forte. Anche il testo contribuisce a far scendere una lacrimuccia. Amo profondamente questo brano col suo mix romantico. Antonio qui da il suo meglio con le cangianti tonalità di voce che ci fanno sciogliere. Passiamo ora al secondo cd del quale ho preso in considerazione innanzitutto March of Mephisto la quale si delinea per il testo in italiano prima parlato e poi assistiamo ad un crescendo di musica per ritornare ad un cantata solenne in inglese tra il graffiato ed il growl. Anche qui ottima orchestrazione. In ultimo ho volute prendere in considerazione la track n.9 Nulla Muore Mai (Nothing Ever Dies) che ci travolge e folgora con dei chitarroni ossessivi ed una batteria compulsive. Il testo è molto profondo ed attuale , cantata in italiano e in inglese. Molto filosofico e che risveglia le menti critiche degli ascoltatori questo brano è ecccezionale. Per concludere posso complimentarmi nuovamente con Antonio Giorgio che fino ad ora non ha sbagliato un tiro con I suoi album.
DALYLAROCK
Le persone possono migliorare solo quando osservano ciò che l’altro sta facendo, non per giudicarlo, ma per ammirarlo per la sua dedizione e il suo coraggio.”
Paulo Coelho