Zio Crocifisso
Campana di Legno + Trappola per Topi
Zio Crocifisso è un progetto, nato dall’incontro di musicisti già affermati nell’underground progressivo italiano (Dario Magri, Paolo “SKE” Botta, Matteo Serenelli), che si presenta al pubblico con un debutto ambizioso denominato Campana di Legno + Trappola per Topi; si tratta della fusione del loro EP digitale del 2024 e di nuovo materiale registrato nel 2025. Il risultato è un lavoro eclettico, che spazia dall’onirico al brutale, legato da un filo concettuale ispirato al Verismo di Giovanni Verga e alla cruda osservazione della realtà. L’album, diviso in 14 tracce per circa 50 minuti, è un caleidoscopio di generi dal math-rock, heavy-prog, zeuhl, ambient e persino suggestioni cinematografiche. Le influenze (King Crimson, Tool, Sleepytime Gorilla Museum) sono evidenti, ma rielaborate con un’identità originale. La produzione, curata da Alari Park Studios e mixata da Serenelli, è nitida e stratificata, permettendo a ogni strumento di emergere senza sovrapposizioni caotiche. In particolare resto colpito dalla suite d’apertura Lievito Madre (Pt. I-V), un viaggio di circa 13 minuti tra melodie ipnotiche (con il contributo vocale di Thea Ellingsen Grant), riff metal, vibrafono e intermezzi jazz dove le transizioni musicali risultano organiche e ben miscelate. Poi la sperimentale e inquietante di Margherita legge Umberto G., con una narrazione infantile su un diario di guerra, sostenuta da un’atmosfera musicale claustrofobica.
La traccia 11, La Malabestia Di Calafato, con il suo mix di post-rock e avant-prog, le pause sincopate e un dinamismo che ricorda i System Of a Down nel controllo del caos; per finire con La Malora che conclude l’album con un’aura malinconica, tra Morricone e rock da camera, prima di un finale volutamente interrotto.
Le collaborazioni esterne (come Simen Ådnøy Ellingsen al vibrafono) aggiungono profondità, mentre i testi, legati a I Malavoglia di Giovanni Verga, infondono un’aura letteraria mentre l’approccio musicale riflette una visione artistica e teatrale oltre ai consueti confini sonori del rock, ovviamente questo tipo di visione non è per tutti ed alcune transizioni, seppur ben gestite, potrebbero disorientare chi cerca linearità nell’esecuzione dei brani. Di conseguenza posso affermare che questa opera è un debutto maturo e molto coraggioso, che fonde abilmente complessità tecnica e narrativa che dona un’esperienza sicuramente diversa e che invita all’ascolto attivo, premiando chi cerca più innovazione nel progressive contemporaneo.
Massimo Cassibba