Fearytales
神风=Vento Divino
I torinesi Fearytales hanno pubblicato il loro primo full-length intitolato “Vento Divino” uscito per la Underground Records. In questo nuovo album la band propone un sound di ispirazione heavy metal classico, ma con influenze più attuali e moderne, che attingono alla musica “estrema”, dalla quale attingono per le linee vocali che includono sia parti di clean che di growl.Per quanto riguarda le 10 tracce che compongono “Vento Divino” si può notare come siano state composte con molta cura in tutte le parti, dai testi alla parte musicale. Nel sound spiccano i riff e gli assoli di chitarra completati dalla parte ritmica che si può definire molto aggressiva. Tra le tracce, due “strumentali” che fungono da intro ed outro e 8 canzoni, ne spiccano alcune: “Light Blind”, con un inizio quasi etereo e una parte strumentale molto bella; “Vento Divino”, la title track con un sound molto aggressivo, un growl moto ben fatto e una parte musicale molto ben strutturata come si può notare negli 8:32 minuti di durata
; “In Tinta Caligine” con una batteria trainante e dinamica, che rende la canzone molto dinamica e aggressiva. Bella anche la cover del full-length, creata da Annette Fletcher e che vede come protagonista una figura femminile con il volto in parte scheletrico che guarda in alto, verso una mano tesa verso il volto su uno sfondo infuocato e con dei fiori sul busto della ragazza.
In conclusione questo nuovo full-length si pone come una conferma per la band torinese, che si dimostra capace di rendere nuovo un genere come l’heavy metal, mescolandolo con nuovi elementi presi da molti altri generi un po’ più estremi del classico heavy e dei testi veramente ben scritti e interpretati.
Chiara Coppola
Ho ascoltato il nuovo album dei torinesi Fearytales con un enorme ritardo ma come si dice meglio tardi che mai.
I Fearytales sono una band che si rifà al concetto dei kamikaze in giapponese vento divino significa appunto kamikaze che per chi non lo sapesse i kamikaze erano dei piloti che offrivano la loro gettandosi addosso allenavi americane sacrificando la loro vita per l’imperatore.Non per niente l’immagine di “copertina” del video della title track ritrae una aereo giapponese distrutto sul ponte della nave. Devo dire di essere stato alquanto sorpreso di questo disco chiamato (l’ideogramma non metto perché c’è nel titolo), Vento Divino per molti motivi .
In primis la bravura della band è inappuntabile da tutti i punti vista e suonano per suonare tutta la band sa quello che fa ed il disco inoltre il disco gode di un ottima produzione che non guasta,ed hanno davvero un coraggio da vendere. Dico questo perché intanto non è facile cantare in italiano (e loro lo fanno davvero bene) per il fatto che sappiamo tutti, che il nostro idioma non è adatto per il rock anche pi di un musicista e più di una band ci provano con discreto successo vedi gli Scala Mercalli o i romani Rosae crucis.Poli la prova vocale di Marco Chiariglione è da incorniciare perché nel disco spazia un pò su tutti i generi dal clean al growl ed allo scream il tutto unito da u8na invidiabile estensione vocale che gli permette di scalare su e giù per il pentagramma senza troppa difficoltà. Ovviamente il resto della band non è da meno.
I torinesi dimostrano di essere oltre ottimi musicisti sono anche abbastanza acculturati perché nel disco sono presenti citazioni poetiche da Dante a Giacomo Leopardi il primo viene citato nella canzone In tinta Caligine ed il secondo nel brano La ginestra. Inoltre troviamo anche una cover stravolta dei Police ovvero Roxane che qui hanno chiamato (The FearyTale of) RoXXXanne; dove quelle tre X mi hanno fatto pensare ad una versione porno, vabbè perdonate questa disgressione.Inutile dire che quando la band si cimenta in italiano a mio avviso si adatta perfettamente al linguaggio musicale dando una lettura più incisiva alle canzoni presenti per quanto riguarda le canzoni cantate in inglese forse perché siamo più abituati ad ascoltare il metal in questa lingua lo diamo quasi per scontato.
Un altro aspetto che mi ha colpito è il fatto che il disco si dipana senza intervallo tra un brano e l’altro,perché tra uno spazio bianco e l’altro si sente il vento che mi fatto pensare che fosse propedeutico, all’intro Vulcano rendendo per via della tensione che crea,tiene alta l’attenzione facendoti ascoltare il disco tutto d’un fiato. Gettiamoci quindi a capofitto come i kamikaze all’ascolto di questo lavoro di cui personalmente mi dolgo di aver mancato l’uscita in tempo.
Stefano Bonelli