Mantric Momentum

Alienized

Dopo il primo full-lenght del 2022, cioè ‘Trial by Fire’, il progetto del norreno Christer, che conosciamo per il gruppo Prog-metal Divided Moltitude, torna al pubblico con un nuovo lavoro. La sua uscita ha moniker da band ma è invece una sua idea solista. Qui lui, da esperto polistrumentista, suona appunto tutti gli strumenti ma non canta, affidando ad un’ugola ben fornita il ruolo di scaldare la struttura, cioè suo cugino Terje (ex-Pyramaze), che ci conferma come in famiglia i dotati musicisti siano più d’uno. In realtà ci sono minime ospitate con Jimmy Hedlund alla chitarra e Frank Nordeng Roe alla batteria ma apparentemente senza che ne derivi qualcosa di consistente. La musica di questa realtà è interessante, appartenendo ad un classico metal da anni ottanta che deriva dalle orecchiabilità eleganti emesse in passato da Rainbow; da Malmsteen e da Europe, e che band negli anni duemila hanno proseguito nel tempo come i danesi Royal Hunt e il chitarrista tedesco Axel Rudi Pell, e pure in qualche modo parzialmente anche gli Avantasia. Cioè un Heavy Metal melodico a volte con influenze Power, sebbene qui poche, altre volte più tradizionalmente hard-rock e queste un po’ di più. Comunque si rinfresca un tipo di sound che negli ultimi tempi non sempre ha brillato per efficacia.

RESILIENCE’ rappresenta la bellezza classica di questa forma di metallo e rappresenta bene anche questo disco così rotondo e affascinante; un tempo cadenzato, voce virile e cambi di ritmo in grado di dinamizzare la traccia con vigorìa luminosa; davvero un pezzo che fa sorridere di piacere l’ascoltatore. Bella rotonda ‘COME UNDONE’ che fluisce leggiadra ma tonica verso un ritornello che appare come quello più incisivo del lotto; non un pezzo pesante ma comunque perfettamente accentato, ficcandosi benissimo nella testa. Il tasso di frizzante corposità sta in tanti pezzi ma in modo più plateale in ‘TIME IS MY ALLI’, spruzzata di bollicine tastieristiche e con una densa chitarra ritmica che non manca di rendere grassa la sonorità. La potenza degli arrangiamenti si evidenzia in tutte le tracce, persino nella ballata ‘THE LIGHT’ che è uno splendido affresco sonoro pieno di pathos, il quale è in grado di tenere alta la tensione emotiva come nell’hard-rock di senso classico. Interessante e suadente la semi-ballata ‘REMEMBER’ dove troviamo anche un pezzetto di chitarra che fa un bell’attraente suono spezzato ripetitivo prima del ritornello avvolgente e che ripete anche prima dell’assolo; cosa che sfruttata meglio sarebbe risultata molto intrigante. L’unica song davvero Power è la rainbowiana ‘Siren’s Call’, bella, ma che in un album di tutti bei momenti non rifulge tra le migliori. Poi c’è la non originalissima ‘Stronger Stance’, brano minore che ricorda troppo altre cose, ma in grado di funzionare anch’esso.

Per gli assoli forse si poteva spingere meglio, in effetti in alcuni casi l’assolo della sei-corde si fa banale. Ma è la voce la grossa presenza scenica, con una qualità incontestabile per tonalità ed espressività; talvolta le linee cantate, solitamente incisive, si inframezzano con passaggi leggermente scontati, ma non è la regola e comunque in generale si cerca una forza melodica che funziona con una densa impronta d’ispirazione artistica, mai cercando l’innovazione ma riuscendo a infondere emozioni ariose che avvolgono con magica positività. E’ musica tipicamente da Frontiers, in questo caso appoggiando un combo dalla cifra valoriale sopra la media, considerando che non sempre è così. L’orecchiabilità di questo disco non è lato negativo, bensì è sostanza di un modo intelligente di scrivere questo tipo di rock duro, e nello stesso tempo curando con maniacale intelligenza tutto ciò che viene introdotto. E’ comunque l’arrangiamento ad essere costruito in modo tale da vitalizzare ogni cosa, e ciò determina l’essenza energica di un album che si imprime con pienezza permettendo alla voce ed al songwriting generale di trasmettere spirito al tempo stesso di forza e di emozione, quasi in senso epico.

Qui non è la novità a vincere, ma la bellezza che viene fuori da chi si mette ad interpretare bene un antico mondo rock per renderlo felicemente attuale.
Roberto Sky Latini

Prelude to Take-off
Resilience
Alienized
The highest Mountain
The Light
Come undone
Time is my Alli
Remember
Siren’s Call
A stronger Stance
Barricades

Terje Haroy – vocals
Christer Haroy – all the instruments

Special guests:
Frank Nordeng Røe – drums on track 2 and 11
Jimmy Hedlund – guitar solo on track 7 and 8
Magnus Karlsson – orchestration on track 1