Reekmind
Mired In The Reek Of Grief
Il 7 marzo 2025 segna l’uscita dell’album di debutto della band australiana Reekmind, pubblicato sotto l’etichetta Night Terror Records.
Il gruppo si colloca nel genere death/doom metal, ma amplia i confini della proposta mescolando diverse influenze per arricchire il suono tradizionale del genere.Le tematiche dell’album esplorano un viaggio nel dolore fisico che gradualmente devasta la mente, conducendo a un’agonia lenta e inesorabile.Dopo un brano introduttivo caratterizzato da distopiche melodie, il secondo brano presenta il classico ritmo lento e cadenzato del doom metal, sorretto da un growl che segue la stessa ritmica incessante e cupe delle composizioni musicali.Le parti accelerate emergono nel terzo brano, Wading in a Body of Death, e in un breve ma significativo momento della lunga traccia conclusiva.Tuttavia, queste accelerazioni restano sporadiche, non riuscendo a distogliere l’album dal suo possente e oscuro incedere lento.
Un elemento di grande impatto è l’aspetto atmosferico del disco, che riesce a connettersi con i mondi dello sludge per la sua pesantezza e potenza, ma anche con le ambientazioni introspettive del post-metal.La componente atmosferica regala un tono di distacco dalla realtà, fungendo da guida spirituale nel viaggio verso l’abisso della sofferenza più profonda.È proprio questo il fattore che dona una spinta vitale in più alla proposta degli australiani, che, sebbene nel contesto del death/doom metal risultino un po’ troppo canonici e ripetitivi, sembrano comunque possedere quella scintilla di originalità che, con un po’ più di convinzione, potrebbe arricchire ulteriormente l’aspetto atmosferico sapientemente intrecciato nell’arco di tutto l’album.Non siamo di fronte a una grande innovazione, ma, sebbene manchi un po’ di incisività, il disco offre idee interessanti di sperimentazione.
Se queste venissero indirizzate nel modo giusto, potrebbero far ben sperare per l’evoluzione futura del gruppo e per il proseguimento della loro carriera.
L’idea di fondere vari generi al fine di creare un’atmosfera alienante, oscura e distopica è sicuramente affascinante. Tuttavia, in questo caso, la componente atmosferica gioca un ruolo predominante, superando abbondantemente il tradizionale doom metal.
La base di partenza è solida, e il futuro potrebbe riservare sorprese ed evoluzioni, spingendo i Reekmind a entrare prepotentemente nella scena del genere.
Daniele Giudici