The Monarch
A Moment To Lose Your Breath
Secondo album per i The Monarch, formazione che approda da Chicago nell’Illinois. Il loro genere si può tranquillamente anzi è doveroso annoverare nel Groove Metal. Riffs granitici, una sezione ritmica mai doma, specie grazie a un lavoro forsennato sulle casse,
martoriate dalla furia di David Kinkade, già batterista di: Borknagar, Soulfly, Malevolent Creation. Si tratta di un album piacevole, ricco di: tecnica, melodia, idee, e tanto mestiere. Gli americani hanno nel sangue il rock, il metal, non lo scopriamo certo oggi; gli riesce davvero molto bene, come nel caso di “A Moment to Lose Your Breath”. La battaglia sonora prende il via con “Man Made Chaos”, di certo una delle mie preferite. Dalla prima canzone la linea è tracciata molto bene. Il sound è quello, figlio appunto dalla perizia tecnica della band e da una produzione cristallina, anche in questo gli americani vantano esperienza da vendere.
La ricerca della melodia non viene mai meno, a metà di ogni song sappiamo a cosa andremo incontro, chorus strappalacrime, aperture melodiche, quelle tanto care alle ragazzine. Il disco scorre via bene, senza intoppi o cali di forma. Nel mezzo troviamo “Dark Heart Phenomena”, trascinata da un riffs e da una cadenza in pieno stile Slipknot, complice una metrica di voce “alla” Corey Taylor. Di mio gradimento le parti di piano, nostalgiche, riflessive, dopo tante ostilità ci pensano loro a riconciliarci con il mondo.“Soul Collector” e qui i The Monarch, sono notevolmente più heavy classic, non dimentichiamoci che le radici sono queste.
Mi sto avvicinando al termine dell’album, sicuramente soddisfatto, felice di essermi imbattuto sulla loro strada.
La title track è letale, grazie anche alla prova di Chris Clancy alla voce, sia nelle parti meno rassicuranti che nei momenti dove la vocalità deve farsi più clean, pollice verso l’alto, assolutamente. Da applausi anche il lavoro svolto dalla coppia: Marco Martelli e Marc Rizzo alle chitarre, dopo aver parlato dei riffs, potenti, graffianti, è giusto spendere due parole anche sui tanti solos, sempre di gusto e mai banali. Gli oltre dodici minuti di “Hymn To The Darkest Sky” ci portano ai titoli di coda.
A Moment to Lose Your Breath è un album che consiglio a tutti, a chi ha voglia di scatenarsi, a chi sogna il primo bacio, a chi ama la musica ricca di sfaccettature.
In alto il nostro saluto!
Trevor Sadist