Overcast Rain

Black Death

Dalla Lettonia, gli Overcast Rain ci presentano il loro terzo album in studio per la Brutal Records,il gruppo si identifica con un metal melodico e sinfonico, caratterizzato da atmosfere evocative che richiamano i classici ambienti funerei e occulti.
Dopo i primi due album, la band ha ricevuto buoni riconoscimenti sia in patria che in Europa, con l’inserimento del brano All Hope Is Gone nella Destrokit Rock Chart Top 50, assicurandosi un posto nella prestigiosa classifica del European Metal Channel.Melodia e atmosfere sono protagoniste per tutta la durata del disco, con linee sonore virtuose e ambientazioni affascinanti.Musicalmente, si alternano sezioni più lente, che rimandano a un heavy metal cupo e oscuro, con richiami a band come Mercyful Fate e Death SS.In altre parti, il suono si avvicina al melodic/symphonic death metal, evocando gruppi come Cradle of Filth o Dimmu Borgir nelle loro versioni più melodiche.

I riff poderosi e le ritmiche semplici ma avvolgenti conferiscono una musicalità estrema a ogni brano, che, grazie a piccole variazioni, prende vita propria, aggiungendo un tocco di personalità.I protagonisti principali sono le due chitarre: una si occupa della ritmica incessante e cadenzata, mentre l’altra si libera in virtuosismi e melodie articolate.La batteria rimane leggermente sottotono, quasi da sfondo, mentre la voce, con il suo incedere gutturale quasi parlato, detta il ritmo lento e profondo del disco, lasciando spazio alle chitarre e alla tastiera per tessere melodie.Ogni pezzo risuona come una dichiarazione d’amore verso il metal di matrice dark e sinfonica, rimandando ai capisaldi del genere e portando l’ascoltatore a concentrarsi forse troppo sulle influenze del gruppo.

Non siamo di fronte a un’innovazione, ma a una band che cerca di ritagliarsi uno spazio all’interno di un genere ben definito. I tentativi di arricchire la proposta sono evidenti lungo l’intero album, con variazioni ritmiche, sezioni più potenti e momenti più calmi e introspettivi. Tuttavia, la sensazione di “già sentito” si fa spazio in modo piuttosto evidente.È un disco che scorre benissimo, e per chi ama certe sonorità, è sicuramente “pane per i suoi denti”. Tredici tracce che includono sia pezzi inediti che brani rimasterizzati tra i più apprezzati dai fan.
Un album che suona classico e senza tempo, ideale per chi desidera ascoltare metal con le oscure sinfonie che contraddistinguono questo genere.

Daniele Giudici

Intro
Black Death
Satanic Slut
Rain
Nightmare
Shadows
Damned
Lost
Motherland
Helloween
White Snow (feat. Artyom Kuricyn – Yomi on Flute (mokshan lang)
War (remastered)
Winter Depression (remastered)

Mihails Maslovs – vocals, guitar, keyboard
Marks Širokovs – drums, samples, backing vocals
Rudolf Vistiņš – guitar, bass, backing vocals
Andris Aleksejevs – lead guitar
Leonidas Heidemanis – lead guitar
Aleksandrs Tiškevičs – bass