Voidwards
Bagulnik
Nati nel 2005, i Voidwards sono un gruppo russo avvolto da un alone di mistero, con poche informazioni a riguardo.Questo, infatti, è il loro primo album in vent’anni di carriera, poiché in precedenza hanno scelto sempre la strada delle uscite sporadiche e delle esibizioni live.
Il disco Bagulnik verrà pubblicato il 27 dicembre 2024 tramite Aesthetic Death.Musicalmente, siamo nel mondo del doom metal più pesante e angosciante possibile, che sconfina anche in sonorità drone.L’ispirazione per la creazione di quest’opera si deve ad una ricerca storica e agli scritti di un insegnante di campagna che sosteneva la presenza di entità e proprietà soprannaturali nella palude di un villaggio di campagna. Una palude dove era possibile udire una voce infernale provenire dall’interno e la credenza che dentro di essa abitasse una bestia antica sconosciuta, capace di infliggere enormi sofferenze.I Voidwards ci guidano in questo viaggio paludoso con i suoni e le atmosfere che provengono da queste acque melmose e oscure.I rumori di sottofondo provengono da registrazioni ambientali di luoghi desolati e abbandonati, tipici della Russia settentrionale. La musica è opprimente e claustrofobica, il senso di soffocamento e pesantezza assorbono totalmente l’ascoltatore, senza la possibilità di ricevere il minimo sollievo o alleggerimento.
I suoni sono minimali e scarni; non c’è molto spazio per la fantasia musicale, ma un’attenzione morbosa verso l’atmosfera e al senso di oppressione più violento possibile.Lento e incessante, senza tregua, nella sua massiccia e oscura pesantezza, dove i suoni esterni confondono invece di dare sollievo, diventando un concentrato imponente di sofferenza.La fusione tra due generi come il funeral doom e il drone ha l’intento di portare l’ascoltatore in un viaggio nell’abisso e nella totale manipolazione sensoriale.I riff risultano tristi e avvilenti, e la connessione tra i due unici brani non dà respiro, anche se voci corali e campane lontane cercano di ampliare il senso melodico del disco, offrendo una pura illusione di tregua.Il secondo brano è un piccolo cambio di percorso, ma si lascia un mondo infernale per trovarne subito un altro e quella che poteva sembrare speranza si rivela come un’altra torbida e malata strada verso gli abissi infernali.Per certi versi, lo si può definire un disco ambient, perché è difficile ritrovare strutture musicali o idee ritmiche di qualsiasi tipo.
È un viaggio infernale che opprime e devasta l’animo di chi ascolta. È disturbante e inquietante a livelli profondi, portando ad un malato senso di asfissia.
Non è un disco semplice e per tutti; questo è un viaggio disturbante e opprimente da cui è difficile uscire che i Voidwards sono riusciti a trasformare in musica.
Daniele Giudici