Pugni
Tuffo
“Tuffo“, l’album di esordio di Pugni (alias Lorenzo Pagni ), è sicuramente un’uscita italiana tra le più intense e intime di questo periodo. Un disco che si immerge nelle profondità dell’animo umano, tra la psiche e le emozioni, esplorando temi come la salute mentale, la rinascita e l’amore nelle sue forme più complesse. Il titolo, simbolico e potente, rappresenta esattamente ciò che l’ascoltatore è chiamato a fare: un vero e proprio “tuffo” nelle acque a volte placide, a volte turbolente, dell’interiorità.Pugni, toscano trapiantato a Torino, porta con sé l’esperienza della sua doppia vita: di giorno psicologo in una clinica psichiatrica, di notte cantautore. Questo bagaglio di vita emerge potente nei suoi testi, che sono un riflesso tanto delle sue esperienze personali quanto delle storie vissute indirettamente attraverso i suoi pazienti. In un contesto culturale in cui la sofferenza mentale rimane spesso un tabù, “Tuffo” ha il coraggio di affrontare apertamente queste tematiche, riuscendo a rendere il disagio e il dolore non solo tangibili, ma anche necessari per il processo di guarigione.Il disco si apre con “Orchestra di silenzi”, che è più di una semplice traccia introduttiva: è una dichiarazione d’intenti. In questo brano, Pugni sfida l’immagine del maschio “forte”, tipica del patriarcato, e invita all’abbandono delle maschere e dei ruoli rigidi. Musicalmente, la canzone riflette l’alternanza di contrasti che caratterizza l’album: un sound stratificato, ma al tempo stesso delicato, che cresce in intensità senza mai travolgere.
Segue “Falco ubriaco”, un episodio autobiografico che racconta di una caduta nell’Arno durante una notte di eccessi. Il brano trasmette una cruda vulnerabilità, trasformando un momento di debolezza fisica e psicologica in un’opportunità di rinascita simbolica. È un esempio perfetto di come Pugni utilizzi la sua musica per trasfigurare il vissuto in arte, senza mai risultare melodrammatico.Altri brani come “Trentasette denti”e “Spigoli” affrontano tematiche legate all’amore e al dolore, spesso mescolati insieme.”Trentasette denti” parla della maschera del sorriso che spesso nasconde una tristezza più profonda, con un arrangiamento musicale che alterna momenti più scarni e acustici a esplosioni sonore. “Spigoli“, invece, esplora la paura di lasciarsi andare nell’amore, con la voce di Pugni che diventa lo strumento principale per esprimere la lotta interiore tra il desiderio di connessione e il timore di soffrire.
Uno dei momenti più significativi dell’album è “Foglie Morte”, in cui la natura diventa metafora della vita e del dolore. Pugni paragona la perdita e il dolore alla caduta delle foglie in autunno, un processo necessario per far rifiorire la vita in primavera. Qui la collaborazione con Danny Bronzini si fa particolarmente sentire, con un assolo di chitarra etereo che sembra dissolversi lentamente, come il dolore che si allontana ma non scompare mai del tutto. Pur partendo da una base grunge, le influenze spaziano dal brit pop al folk e al soul. Pugni e i suoi collaboratori, tra cui Kendo e Danny Bronzini, creano una miscela sonora che richiama artisti come Radiohead, Bon Iver e Damien Rice, ma con una sensibilità tutta italiana. La chitarra è spesso in primo piano, ma non mancano incursioni di percussioni tribali e momenti in cui l’elettronica si fonde con l’acustico, creando un ambiente sonoro che accompagna perfettamente la narrazione emotiva.
La voce di Pugni è il vero fulcro dell’album: ruvida e dolce allo stesso tempo, capace di sussurrare e urlare. Questa dualità vocale riflette perfettamente le tematiche affrontate nei testi, dove convivono opposti come la forza e la fragilità, la disperazione e la speranza.La chiusura dell’album con “Plutone” è la perfetta conclusione di questo viaggio. Il brano, che parla di trasformazione, morte e rinascita, rappresenta un’ulteriore conferma della capacità di Pugni di affrontare tematiche esistenziali con profondità e autenticità, creando un album che non solo parla di sofferenza e guarigione, ma che offre anche un’esperienza terapeutica a chi lo ascolta. Un debutto coraggioso e necessario, che lascia intravedere un futuro luminoso per questo giovane cantautore italiano.
Anna Cimenti