Wolves’ Winter

The Medivm

Attivo dal 2008 Il gruppo di Buenos Aires pubblica il secondo album dal titolo “The Medivm” per la Northern Silence Production.Alcuni demo ed Ep prima di raggiungere l’obiettivo del primo disco sulla lunga durata “Qayn Coronatvs” nel 2021.

Dopo tre anni il gruppo si ripresenta con le idee piuttosto chiare sui territori musicali da esplorare, ovvero un black metal piuttosto classico di ispirazione scandinava.Il disco suona ruvido e feroce come ci si aspetta, ma riesce ad essere molto più semplice la fruizione e la comprensione di tutte le sue parti, grazie ad una produzione che ne esalta la chiarezza e la potenza sonora.Una piccola introduzione dà inizio ad un ondata di metallo nero prorompente e mai domo, che abbraccia le ritmiche più classiche e dà il via al cupo e intenso viaggio verso l’abisso.Superate le prime tracce il senso melodico diventa più evidente dando vita ad un concentrato di violenza e avvolgenti sonorità che accendono le nere tonalità del disco.Molto interessante il senso melodico che riesce ad acquistare il disco, senza rinunciare in alcun modo al veloce incedere della ritmica e le graffianti grida che stagliano come una lama questa ondata sonora.

Le parti corali si insinuano tra queste note donando pathos e aumentando la sensazione opprimente e inquietante di questo viaggio.Non abbiamo grosse innovazioni o stravolgimenti del genere, ma si percepisce la voglia di proporre con convinzione la propria interpretazione del genere.Non ci sono momenti in cui cala l’attenzione, salvo alcuni episodi leggermente ripetitivi.Il veloce incedere della musica e la durata dei brani, che si contengono tra i quattro e cinque minuti, non danno mai la sensazione di appesantire l’ascolto.Il disco è sicuramente un’interessante riproposizione personale del classico black metal, con accenni di leggera sperimentazione e timidi tentativi di arricchire la proposta.

Si ha la sensazione che si potesse avere un po’ di coraggio in più e creare un prodotto più completo e ancor più personale, ma allo stesso tempo il gruppo naviga perfettamente insieme alle proprie influenze e fonti di ispirazione.Tra queste note si sentono chiari richiami al black finlandese di gruppi come Sargeist e Satanic Warmaster, ovviamente con una pulizia del suono più evidente.Da menzionare sicuramente la splendida copertina dell’artista Fernando Rojas e della rappresentazione di questo cupo e ipnotico scenario notturno.

Un ascolto assolutamente consigliato agli amanti del genere che, pur con qualche incertezza, riesce ad offrire un prodotto personale e coinvolgente.

Daniele Giudici

The Paradoxical Fullness of Nothingness
Levitation of the Buried Ones
Bornless and Deathless
The Medivm
Flame of Ghosts
The Omen
Calling From Beyond
Black Light of Qalmana
Void

Beelzebuth Nazgul – vocals
Nebiros – drums
Orobas – guitars, vocals
Valefar – guitars
Rakshasa – bass