Gabriels
Fist Of The Seven Stars
Questo nuovo lavoro di Gabriels tastierista e compositore italiano che vanta numerose esperienze anche internazionali, è il quarto capitolo della saga di Fist of the seven stars ascoltiamoci dunque questa nuova fatica che è parecchia roba.
Questa Rock opera è dedicata e liberamente adattata dal manga e anime “Hokuto no Ken” di Tetsuo Hara e Buronson in questo capitolo il quarto della saga ( e a quanto pare ne verranno pubblicati altri tre per un totale di sette dischi “in pratica lavoro assicurato”) racconta delle cinque forze di Nanto che vengono chiamate per proteggere l’ultimo guerriero di Nanto che non si sa ancora chi sia ed inizia con lo scontro tra i fratelli Raoul e toky per passare al lupo solitario Ryuga che vuole scoprire chi sarà il giusto Salvatore tra Raoul e Kenshiro.
Certo è che quest’opera non è ne la prima ne sarà l’ultima in Italia che a quanto pare quello di scrivere rock opera più o meno riuscite sembra sia diventato uno sport nazionale e non sempre poi si sono rivelate valide, tipo i Chronomaster project che con il loro The Android Messiah hanno fatto qualcosa di davvero entusiasmante oppure i Kaledon del buon Alex Mele con la loro “Legend of the Forgotten Reign”.Per quanto mi riguarda trovo questo genere di dischi pesanti da ascoltare sia per la scrittura sia per come vengono realizzati avendo magari un budget non altezza e poi anche il tempo che occorre agli artisti di organizzare il lavoro (non tutti sono Antony Arjen Lucassen) .Penso che sia molto più semplice pubblicare dischi con una manciata di canzoni che possono piacere o meno ma che poi il discorso finisce nell’arco di quel disco. Questo non vuol dire che Gabriel faccia dischi brutti assolutamente ,ma a volte il voler fare quasi tutto da soli a volte può rivelarsi controproducente .
Questa saga come avrete capito ha a che fare con i manga che sono una grande passione di Gabriels che ha voluto tradurre questa sua passione in musica con una serie di dischi 7 come già accennato pocanzi che si chiama “Fist Of The Seven Stars” e la cosa particolare che ho notato è che questa passione si è trasferita nel suo modo di fare musica e soprattutto il modo di comporre di Gabriels fa si che ascoltando questi dischi si viene proiettati in Giappone come se a comporre sia un artista nipponico che in realtà non lo è.Questo secondo me è un particolare che va a suo favore perchè riesce a catturare perfettamente la cultura musicale del sol levante questo ci permette di entrare ancor di più sia nella storia sia nella musica che può piacere o non piacere ma è inconfutabile che tutto ciò sia interessante ed attraente.
Il disco si compone di ben tredici tracce non appena premo il tasto del lettori veniamo investiti da Death star in the sky canzone in pieno stile AOR con le tastiere in bella mostra il keytar.Fight Between Brothers mi riporta ad alcune cose neo classiche dei Ring of fire e lo stile del tastierista è molto simile a quello di Mistheria. You can cry è una stupenda ballad dagli arrangiamenti sontuosi soprattutto per quanto riguarda la parte corale. Andando avanti con l’ascolto non mi levo dalla mente che il disco sia stato concepito come una sorta di colonna sonora di una storia avvincente che potrebbe finire in un film, d’animazione.
The lone wolf è la classica canzone live saltando qualche canzone si arriva a Five Forces che tra l’altro è stata scelta come apri pista del disco.In pratica quello che abbiamo ascoltato è davvero un buon disco al quale imputo però la pecca di una produzione che se fatta meglio avrebbe valorizzato il lavoro dei musicisti che si è dimostrato di ottimo livello. Purtroppo trovo che i suoni della batteria non siano stati resi al meglio perché soprattutto alla canzone di apertura risulta un suono attufato che chiude lo spettro stereofonico ,a lungo andare questi suoni della batteria stancano, e sebbene ci sia un batterista a volte pare di ascoltare una drum machine.In chiusura l’ultima canzone Silent Survivor viene cantata in giapponese per omaggiare tutti i fan d’oltreoceano durante lo scorrere delle note ho avuto l’immagine dei titoli di coda come quando scorrono alla fione un film c’è la classica canzone di chiusura è Silent..
Tutto sommato Gabriels ha fatto un buon disco che non mi sento di bocciare a priori perché non sarei onesto perché quello che ho ascoltato mi è piaciuto nel computo generale però non tutto è andato benissimo come dire non tutto quello brilla è oro ma voglio lo stesso consigliare il disco agli amanti del genere AOR anche perché in Italia non è un genere che è seguito moltissimo almeno quello italiano e quindi date anche voi una possibilità a Gabriels non foss’altro per l’enorme lavoro che ha fatto.
Stefano Bonelli