A Quest for Life

La band heavy metal greca SIRIUS è tornata con il botto, sette anni dopo il promettente EP di debutto emerso sulla scena, consegnando quello che è probabilmente uno degli album di metal tradizionale più importanti dell’anno.

Il loro album completo di debutto, “A Quest for Life”, registrato, mixato e masterizzato dal talentuoso David Prudent ai Made in Hell Rehearsal and Recording Studios, è un tributo alla loro evoluzione musicale e alla dedizione al loro mestiere – per non parlare della pazienza.Senza fare affidamento su trigger o intelligenza artificiale, Prudent ha creato un suono che è allo stesso tempo massiccio e intimo, permettendo all’energia grezza e all’emozione della band di risplendere. Questo è metal classico, con due chitarre gemelle, ognuna delle quali esce separata, vorticosa, da headbanging.L’album include due ospiti leggendari, Tim “Ripper” Owens e Derek Sherinian, che aggiungono un ulteriore strato di potenza e prestigio a questa forte pubblicazione.

Fin dalla prima traccia, Unbound the Scream, gli ascoltatori sono immersi nel vortice sonoro di “A Quest for Life”. La coppia di chitarristi Dimitris Napas e Dimitris Stathopoulos è implacabile – ma con gusto – e offre una raffica di riff intricati e allo stesso tempo degni di essere suonati. La loro interazione è un punto culminante dell’album, che mette in mostra la loro abilità tecnica e la profonda comprensione della ricca tradizione del metal.

A completare il lavoro delle chitarre c’è la fragorosa sezione ritmica di Dimitris Simiakos al basso e Nick “Yngve” Samios alla batteria, il cui modo di suonare, serrato e propulsivo, ancorerà il suono dell’album e spingerà ogni canzone in avanti con forza implacabile.Dal punto di vista vocale, Napas offre una performance mai meno che impressionante. La sua voce potente e svettante conferisce una qualità anthemica a ogni brano, catturando perfettamente i temi della lotta, della redenzione e dell’esperienza umana che caratterizzano l’album. Brani come Beyond the Sands Of Time e Among the Heavens mostrano la sua gamma e la sua profondità emotiva, trascinando gli ascoltatori nella narrazione dell’album e tenendoli attaccati dall’inizio alla fine.

Il concetto dell’album ruota attorno al viaggio della vita, esplorando l’impatto delle nostre azioni su noi stessi e sugli altri, le verità nascoste che portiamo con noi e i sacrifici fatti per amore. Questa ricchezza tematica è evidente in brani come Desdichado, ispirato al classico senza tempo Ivanhoe di Sir Walter Scott, che approfondisce la ricerca della redenzione e della libertà personale.Anche le canzoni più fantastiche si concentrano sulle lotte personali e sui conflitti interiori, rendendo “A Quest for Life” un ascolto profondamente risonante e stimolante.

Ad aumentare il fascino dell’album sono le apparizioni delle leggende del metal Tim “Ripper” Owens e Derek Sherinian. Il contributo vocale di Owens su Unbound The Scream aggiunge uno strato di intensità, ma non sommerge la canzone, mentre il lavoro di tastiera di Sherinian sul pezzo forte Land Of Swords apporta un tocco di sofisticatezza prog-metal, elevando l’album a nuove vette.La produzione di “A Quest for Life” è di alto livello, con Prudent che si assicura che ogni strumento abbia spazio per respirare. Il missaggio è chiaro e bilanciato, permettendo al calore e alla qualità organica della performance della band di emergere.

Questa attenzione ai dettagli rende l’album una gioia per l’ascolto, sia che lo si ascolti con un sistema audio di alto livello – cosa che, se possibile, si dovrebbe fare – sia che lo si ascolti in cuffia.
In sintesi, “A Quest for Life” è un debutto notevole per i Sirius, che si confermano come uno dei gruppi più interessanti dell’attuale scena metal greca. Con la sua combinazione di ritornelli orecchiabili, brillantezza tecnica e profondità tematica, questo album risuonerà sicuramente con i fan vecchi e nuovi.

I Sirius hanno davvero acceso il fuoco e aperto la strada con questo disco, e non vediamo l’ora di vedere dove li porterà il loro viaggio musicale.

Stefano Bonelli