Niamh
People Of The Underworld
La band di Vercelli arriva al quarto sigillo della propria carriera con il disco “People of the Underworld”I Niamh hanno alle spalle aperture prestigiose in sede live, con gruppi del calibro dei Soulfly, Enter Shikari, Lacuna Coil, Placebo, Arch Enemy, Dark Tranquillity e Chemical Brothers.
Il nuovo capitolo musicale della band e un connubio di rabbia e rassegnazione, di voglia di reagire e introspezione malinconica.I Niamh propongono a livello musicale un gothic metal che in alcuni momenti sfocia in alternative metal e nel mondo del metalcore.Su tutto l’arco del disco vi è un’ alternanza costante tra due mondi emotivi diametralmente opposti e differenti, passando da una parte violenta e potente a brani introspettivi, rallentati e malinconici.Le parti violente del disco hanno sonorità inquadrabili in un modern metal con spruzzate di metalcore con chitarre e sezioni ritmiche che ripropongono stilemi classici del genere.Brani come la titletrack o come la canzone ispirata alla tifoseria del Millwall “I, the Underdog” trasudano rabbia e grida di ribellione.
Nel brano “Antibiotic” riprende la rabbia viscerale aggiungendo un cantanto/parlato in stile rap che per un attimo esce dalla linea guida del disco risultando particolarmente spiazzante.Le parti più delicate del disco fungono da momenti di introspezione e riflessione, esplorando l’aspetto più spirituale del gruppo, qui i suoni si fanno dolci e malinconici trasportando l’ascoltatore verso una sensazione di grande intensità emotiva.Brani come “Shining Like Sirius” e “The Wow Effect pt2” si prendono carico di questa importante pausa riflessiva relegata alle emozioni più profonde.Chiude il disco la cover in chiave metalcore del brano dei Metallica “Seek & Destroy”.I Niamh in questo disco sembrano mostrare un notevole bagaglio di idee e pensieri da trasformare in musica, ma allo stesso tempo non sempre riescono a mettere a fuoco tutti i concetti proposti.
Il disco risulta ricco di elementi e di soluzioni creative, ma la proposta fatica a decollare in particolar modo nelle parti più pesanti, sia a livello musicale che a livello vocale sono presenti elementi un pò caotici e a volte non troppo centrati con l’andamento del disco e scelte che personalmente ritengo non azzeccatissime.Molto positiva la parte più introspettiva e melodica, dove il gruppo sembra sentirsi più a proprio agio, trasmettendo fedelmente all’ascoltatore le sensazioni e le emozioni più profonde.Un disco ricco di idee e creatività, a volte in parte azzardate e non perfettamente incastrate nell’intera proposta musicale.
Nel complesso il disco risulta godibile ed emotivamente intenso facendo scorrere agevolmente le nove tracce che compongono l’intero album.
Daniele Giudici