Rickson

La Macchina Del Tempo

E’ uscito il 28 giugno 2024 il nuovo album di Cesare Capuani, in arte RICKSON, cantante e polistrumentista , intitolato “La macchina del tempo”.Un’anticipazione l’avevamo avuta con il suo singolo “Luce”,primo brano del disco. Tutta la pre-produzione è stata fatta nel suo studio personale (Moon studio di Badia Tedalda ,AR).

Poi registrato, mixato e masterizzato da DANIELE MARZI (batterista nei primi tour di Colombre, Francesco de Leo) nel “Marzi Recording Studio” di Riccione. Hanno inciso alla chitarra ADRIANO CAPUANI, alla batteria FABRIZIO AIUDI : entrambi faranno parte della band che lo seguirà nei concerti dal vivo.Mentre nelle  tracce Tutto Ciò Che Ho e La Macchina Del Tempo ci sono le trombe e il flicorno di Enrico Lupi de La Rappresentante Di Lista. Il cantautore si è ispirato ad un certo periodo della sua vita, periodo di riflessioni sulle delusioni e sui problemi incontrati nel suo cammino.Tutte queste esperienze ,seppur inizialmente percepite come negative, lo hanno portato a cercare sempre di non abbattersi e  a cogliere i messaggi di crescita che sono insiti in tutte le esperienze che ci vengono incontro.Messaggi che evidentemente vengono accolti positivamente, perchè lo portano a  profonde riflessioni che a loro volta lo fanno sentire bene.  Lui stesso dice : “aspettare il momento giusto mi  ha aiutato a fare delle scelte più consapevoli e più giuste per il mio percorso di vita”.Pensare al passato per non fare di nuovo errori nel presente, per poi trovarsi bene nel futuro. Per questo ha voluto chiamare il disco La Macchina Del Tempo. L’uso di chitarre con riverbero e a volte distorte creano un suono che si apre e si sospende ,dando l’idea di un viaggio psichedelico.

La batteria che va in loop con alcuni schemi ritmici ,crea una ripetizione in cui perdersi.La melodia della voce non copre mai i suoni e le parti strumentali ,come a rispettare lo spazio di ognuno degli elementi.  La prima traccia ,dal titolo “Luce”,inizia con una chitarra elettrica suonata su un tappeto creato da un sintetizzatore, dove le parole si riferiscono chiaramente all’importanza della parola “tempo” e ai problemi che sorgono in un rapporto di coppia.La canzone aumenta di intensità e ad un tratto si scorge una risoluzione, una luce, nonostante le ombre riflesse sul muro.Segue “Sembra tutto perfetto”,con un introduzione di chitarra che trasmette attesa e apertura verso uno scenario esterno molto positivo.Solo che lo stato interiore dell’autore non riesce ad allinearsi con quello che vede, ma anzi si sente fuori luogo, non capito e in contrasto con la realtà che lo circonda. “Tutto ciò che ho”  è una malinconica melodia, una comunicazione interrotta con la propria compagna, una insoddisfazione nel fare sempre le stesse azioni.In fondo è quello che voleva e che ha sognato ,quindi cerca di riaccendere la fiamma iniziale ,sperando di ritrovarsi.

Dove nessuno è mai stato”  si apre con un crescendo di chitarra e un tappeto musicale spensierato.Un insieme  di  domande che non hanno una reale risposta perchè rivolte ad un  futuro non ancora vissuto e di scelte che lui ritiene sbagliate e che avrebbe portato avanti in maniera diversa. Ma tutto questo in che direzione ci guida?Verso un posto sconosciuto.  “Qualcosa di diverso” inizia imponente, ben definito dal ritmo delle chitarre e guidato in armonie distanti da quelle che ci aspetteremmo.Una ricerca verso qualcosa di diverso per sentirsi libero, ma che poi non trova attuazione nella realtà. Una specie di mantra sostenuto da un coro di voci ,come a richiamare una spiritualità ricercata ma lasciata in sospeso.
“La strada del ritorno” apre con suono psichedelico che richiama al passato vissuto negli anni ’60, con piccoli accenni musicali che ricordano musiche dei Beatles, miste a melodie italiane di quegli anni…e un riff che si ripete fino alla fine lasciato in sospeso. “In cerca di niente” è un brano intimista dove i pensieri si affollano nella sua mente, sempre con direzione malinconica ,fissati da una chitarra che lo accompagna con un semplice arpeggio per dare spazio al significato dei messaggi che cerca di spiegare in questo dialogo interiore.
Una volta ancora” ,una delusione che si ripete nel tempo, una tristezza d’animo verso una solitudine che non finisce mai e che non gli dà pace, nonostante ne avesse preso le distanze, ma che riaffiora un’altra volta.“Viaggio sulla terra” diventa una ricerca delle preziose risorse che abbiamo all’interno di noi ,creando con la musica continui cambi di tempo e riprese quasi senza senso armonico, per dare la sensazione dello  smarrimento che crea questo cammino.                                                                               “Prigione” inizia con suoni creati da sintetizzatori per rimandare alla mancanza di libertà.Un desiderio di allontanarsi dal passato che gli dà pesantezza, gli crea un limite.Solo lasciandosi alle spalle il suo vissuto può sentirsi meglio. “Nonostante tutto” è un messaggio di speranza verso nuovi orizzonti.Sensazioni positive che si fanno strada rispetto al passato.Nonostante le maschere che ognuno di noi tiene in bilico per sopravvivere.Il pezzo  lascia spazio ad un finale strumentale che via via va in dissolvenza.  “Cosa pensavi fosse l’Amore”  è sicuramente una domanda che ci siamo fatti in tanti, soprattutto se l’Amore ha portato tanta sofferenza.Ma cosa pensate sia l’Amore?Lo stesso Rickson non dà una risposta precisa, ma lascia la sua solita sospensione…a ognuno la sua risposta.

Anna Cimenti 

 

Luce
Sembra tutto perfetto
Tutto ciò che ho
Dove nessuno è mai stato
Qualcosa di diverso
La strada del ritorno
In cerca di niente
Una volta ancora
Viaggio sulla terra
Prigione
Nonostante tutto
Cosa pensavi fosse l’Amore

Rickson – voce
Adriano Capuani – chitarre
Fabrizio Aiudi – batterie/percussioni
Enrico Lupi – tromba/flicorno in “Tutto ciò che ho” e “La macchina del tempo”