A cura di Giuseppe Cacciapuoti
Intervista ai Rod Sacred
Eccoci qui di nuovo tra queste pagine ed è con molto piacere che ci accingiamo a fare quattro chiacchiere con i Rod Sacred band di lungo corso proveniente dalle lande sarde ed in procinto di pubblicare il nuovo album Another Day di prossima pubblicazione e che noi di tempi duri abbiamo potuto ascolt5are in anteprima e di questo ringraziamo Franco Onnis, bassista, leader e fondatore dei Rod Sacred e Metal Zone Italia.
Come nasce il nome Rod Sacred qual è il messaggio del fondatore e cosa cercano di comunicare ai loro ascoltatori?
Era il 1982 e la band iniziava ad avere una lineup ben definita, io e Fabrizio, il primo cantante dei Rod Sacred, frequentavamo un Pub frequentato anche da americani della Base Nato, Villasor in quegli anni era piena di militari americani, ed una sera giocando con i nomi, Fabrizio tira fuori il nome Rod Sacred e uno di questi militari ci spiega che nel loro slang significava castigo divino… Avevamo trovato il nome. Inizialmente non ho mai pensato di avere messaggi da dare se non divertirmi a fare la musica che più mi piaceva, facevamo cover quindi non ne sentivo la necessità, attorno al 1985 dopo che da diverso tempo giravamo per la Sardegna a suonare nei festival e anche nelle piazze, ho iniziato a scrivere i primi pezzi e mi sono trovato a scrivere musica e testi. Qui ho cominciato a pensare cosa avrei voluto dire… “Crazy for you” è il primo inedito dei Rod Sacred, sicuramente una canzone d’amore.
Ma solo alla fine si percepisce che non è una donna ma una macchina da corsa e più precisamente una Ferrari di cui io sono fanatico Sin da bambino, la formula 1 e chiaramente la Ferrari. Il secondo brano in assoluto si intitola “Live your Life again” e parla della possibilità di rivivere la propria vita e scoprire di avere voglia di ripetere gli stessi errori, in “Circle of Lust” mi sono divertito a descrivere il girone della lussuria della divina commedia e cercare di sostituire i vari personaggi con altri dl mondo dello spettacolo.Come vedi più che inviare messaggi cerco di scrivere quello che sento al momento….Per quanto riguarda la comunicazione ai nostri ascoltatori ho un solo credo, trasmettere passione e lavoro, mi piace assolutamente credere che le persone che comprano I nostri dischi e vengono ai nostri concerti lo facciano perché vedono che sotto c’è un duro lavoro e tanta ma tanta passione per la musica.
Quali sono le tematiche più ricorrenti?
Non ci ho mai pensato, se lo faccio e penso che gli intrighi dell’anima in tutte le sue sfaccettature la fanno da padrone, le paure, le angosce, ma anche le gioie della vita, sono un tema che spesso occupa uno spazio profondo nei nostri testi chiaramente molti autobiografici!!
Cosa pensa della scena underground italiana e come potrebbe migliorare?
Bella domanda, penso che sia più viva che mai, penso che le band italiane non abbiano nulla da invidiare a quelle che vengono dal resto d’Europa, l’unica differenza è che le Italiane non hanno nessuna visibilità al di fuori della nicchia Metal Italiana. I media che supportano la scena Metal Italiana sono fatte da eroi come anche i componenti delle bands Italiane, si sbattono da anni solo per passione n n c’è un ritorno economico e spesso ci rimettono di tasca propria, quindi li considero veramente degli eroi, vale anche per le Etichette discografiche Spesso in perdita ma con tanta volontà di crescere.
Per migliorare questa situazione servirebbe un miracolo, o semplicemente che l’Italia si svegli all’improvviso e si accorga che non esiste solo il pop Cosiddetto Italiano o ancora peggio quei cattivoni di rapper o trapper che sono più pop dei bambini dello Zecchino d’oro. Il grande pubblico partecipa quasi inconscio a questo dramma, il mondo social ha portato tutti da spettatori a protagonisti, e per questo funzionano solo I grandi eventi dove spesso non conta l’artista sul palco ma l’importanza dell’evento e poter dire sui social io ci sono, con relativi selfie!!
Qual è la formula per un progetto underground di successo?
Io ho seguito tutta l’evoluzione del mondo Metal, da un Mondo non connesso ad un Mondo talmente interconnesso da aver prodotto un corto circuito.Tra la domanda e l’offerta e anche se in modo tanto diverso la formula rimane solo il tanto lavoro e tanta dedizione.
Cosa consiglierebbe a un giovane musicista che si affaccia a questo mondo?
Non so se sono la persona più adatta a dare consigli ad altri, perché aspetto ancora che qualcuno ne dia a me…L’unica cosa che raccomando ai ragazzi è suonare tanto, non guardare i soldi, e neanche i tutorial su YouTube ma di seguire sempre il proprio istinto ed il proprio cuore… e non abbattersi mai, il mondo musicale sa essere molto cattivo se ti lasci abbattere.
Com’è cambiata la musica underground di oggi rispetto a quella degli esordi?
Fondamentalmente non è cambiata, è cresciuto il livello tecnico dei musicisti e siamo tutti più consapevoli dei mezzi a disposizione. Quindi è notevolmente più facile autoprodursi e fare un lavoro acusticamente discreto senza dover ipotecare la casa ma questa facilità, come detto prima, ha portato un over produzione di musica che in questo momento trova pochi riscontri sia in modalità vendita che in modalità live.
Qual è la vostra opinione sulla musica in streaming, può essere un deterrente per le generazioni più giovani a vivere la musica dal vivo?
Non si può fermare il progresso, la musica in streaming esiste e dobbiamo conviverci, personalmente a me non piace perché amo ancora arrivare a casa con un nuovo disco e sedermi sul divano davanti al mio impianto e ascoltarlo in anteprima sfogliando le notizie sulla band e leggendo i testi.Certo aprire YouTube e trovare praticamente tutto senza pagare ha tolto la voglia di spendere per avere un bel prodotto per le mani, diciamo che la maggior parte dei non fanatici di musica si accontenta di avere un hard disk pieno di tutto e pieno di niente, perché quando hai tutto, l’equivalente è che vale zero.Mentre per quanto riguarda i live, abbiamo abituato i ragazzi a non sforzarsi, è più facile andare da qualche parte ad ascoltare la cover band che suona pezzi conosciuti che seguire una band con un progetto di inediti, senza pensare che tutti i gruppi cosiddetti Mainstream sono stati agli inizi della carriera uno dei tanti gruppi sconosciuti… senza il supporto non sarebbero mai diventati Mainstrem.
Quanto è importante oggi la presenza sui social media?
Direi molto, anzi troppo, ricordo che prima che arrivassero ufficialmente i primi video di MTV negli anni 80 le bands erano riconosciute unicamente per la loro bravura live, poi con i video si è cominciato a preferire le bands di bellocci vestiti da fighetti e qui gli Americani l’hanno fatta da padrone come quasi sempre quando c’e da lanciare nuove mode musicali.Ora i social stanno cambiando ancora i connotati della musica, ma non cambia la sostanza, salvo pochi e rari casi avranno più successo le bands su cui si investe di più.
Quanto sono importanti le collaborazioni nella crescita di un progetto musicale underground?
Non posso parlare in prima persona perché io non ne ho mai cercate, però sicuramente avere una collaborazione di un artista affermato può portare una visibilità molto più vasta e anche la percezione che se l’artista famoso ha accettato, significa che il progetto è ritenuto molto valido.
Quali progetti ci sono nel futuro dei Rod Sacred?
Il primo giugno vedrà l’uscita del nostro ultimo lavoro “Another Day” edito dalla Metal Zone Italia ed il 3 giugno lo presenteremo in pubblico alla CuevaRock Live in Sardegna, poi suoneremo ancora il 18 giugno a Genoni per il motoraduno dei Red Scorpions e poi ancora il 25 giugno a Bonorva con i Lacuna Coil, queste sono le prime date di un Tour che durerà a lungo e che toccherà anche diverse Città Italiane ed Europee.